Egonu: "L'oro mondiale per chiudere il cerchio. Velasco un maestro, ci ha regalato serenità"

La regina insegue l’ultima corona che ancora le manca. Oggi alle 15.30 a Phuket l’Italia fa il suo esordio nel Mondiale in Thailandia e Paola Egonu è pronta a guidare le azzurre verso un traguardo raggiunto una sola volta nella storia del volley femminile: nel 2002 a Berlino. Dopo i successi all’Europeo 2021 e all’Olimpiade 2024 alla giocatrice numero 1 al mondo e alle sue compagne il titolo iridato è l’ultimo tassello del puzzle.
Egonu, è il suo terzo Mondiale: con quale spirito e aspettative ti accosti a questo torneo?
"Questo torneo ha un sapore speciale, è sempre una grandissima emozione partecipare. Quest’anno ancora di più. Sarebbe bellissimo chiudere il cerchio con l’oro, l’unico che ci manca. Vogliamo vincere e siamo pronte a dare tutto, lo spirito è questo. Ma sappiamo anche che ci aspetta una dura battaglia".
Quali sono le squadre che teme di più?
"Penso che nessuna squadra vada sottovalutata. Sicuramente, rispetto alla Nations League, Brasile, Turchia e Giappone sono quelle che ci hanno messo più in difficoltà. Dobbiamo essere pronte a gestire il loro sistema di gioco e nello stesso tempo a mantenere il nostro anche nei momenti più duri".

Oltre a lei, Gabi e Vargas sono le stelle più attese di questo torneo: cosa le piace di queste giocatrici?
"Gabi oltre ad essere una collega è un’amica. Abbiamo giocato insieme al Vakifbank. La stimo molto come atleta e come persona. È una sicurezza averla in campo. Vargas ha più volte dimostrato di essere una giocatrice di altissimo livello e di grande talento. È sempre stimolante confrontarsi con avversarie di questo calibro".
Siete la grande favorita di questa manifestazione: è l’ultimo successo che manca al suo splendido palmares…
"Arriviamo da campionesse olimpiche, le aspettative sono altissime soprattutto dopo la vittoria in Nations League. Grinta e cuore non mancheranno: vogliamo emozionarci insieme ai tantissimi tifosi che ci sostengono".
Velasco cosa vi ha dato in rispetto al passato?
"Come un maestro, il suo grande merito sia stato quello di capirci, di mettere ordine e di trasmetterci quella serenità che ci mancava".
Qual è l’insegnamento più prezioso ricevuto dal ct in queste due estati di lavoro?
"Quello di non prendermi troppo sul serio e di godermi questo fantastico viaggio. Mi ha insegnato a lasciare andare".
State vivendo un’estate perfetta, senza sconfitte: questo è più uno stimolo o un peso?
"È un mix di emozioni incredibili. Da un lato è meraviglioso sentire il calore che solo questi risultati riescono a darti, dall’altro sappiamo che è una responsabilità enorme perché ci si aspetta tantissimo da noi e non vogliamo deludere nessuno. È proprio questa pressione che ci spinge a dare sempre il massimo e a continuare a inseguire nuovi sogni".
L’anno scorso nel gruppo si è fatta largo Giovannini, quest’anno Nervini: ci descrive queste due giovani compagne?
"Sono giovani che hanno iniziato la loro esperienza in Nazionale dimostrando carattere e determinazione. Sono molto contenta per loro perché sono entrate dando un grande contributo anche in momenti molto complessi".
Lei è molto legata a De Gennaro: che effetto le fa pensare che potrebbe essere l’ultimo evento in maglia azzurra per Moki?
"Preferisco non pensarci. Monica è un grande punto di riferimento per me e per tutta la squadra, si sentirà tantissimo la sua assenza e spero che accada il più tardi possibile".
Con le partenze di Orro e Sylla, è pronta a fare la capitana a Milano nel caso le fosse chiesto?
"Se dovesse accadere sarò felice di mettermi a disposizione della squadra e del club".
Per le giovani generazioni anche di altri sport è un’atleta di riferimento: Doualla ha detto di ispirarsi a lei…
"Ho letto le parole di Kelly e ne approfitto per farle i complimenti per la straordinaria vittoria (oro nei 100 metri e nella 4x100 agli Europei under 20 di atletica, ndr). Sapere che il mio percorso può essere d’ispirazione per giovani atlete, anche di altri sport, mi riempie di orgoglio e motivazione".
La nazionale di basket bronzo europeo, quella di calcio semifinalista. E poi la vostra vittoria in Nations League. Lo sport di squadra italiano è sempre più rosa?
"Lo sport femminile sta dando grandissime soddisfazioni e sta lasciando un’impronta storica. Non solo quello di squadra ma anche l’individuale. Ogni vittoria racconta storie di passione, sacrificio e talento. Merito delle atlete ma anche dei club, delle Federazioni e in generale di tutto il movimento che sta crescendo. Fino a pochi anni fa molte imprese femminili nello sport passavano in secondo piano oggi invece ricevono la giusta attenzione e questo è un grande segnale. Il segnale che qualcosa sta cambiando anche se c’è ancora strada da fare".
Da più di 10 anni tra giovanili e seniores ha le estati impregnate con la Nazionale. Un bell’onore ma anche un bell’impegno. Non le viene mai voglia di staccare la spina?
"Siamo sempre molto impegnate, finita la stagione dei club iniziamo subito con la Nazionale. Indossare la maglia dell’Italia è un grande privilegio, un onore che ripaga ogni sacrificio".
Tra i suoi successi c’è anche quello di costruire una famiglia?
"Sicuramente si, adoro i bambini. La mia famiglia è sempre stata il mio punto di riferimento, il mio rifugio. Ho avuto la fortuna di crescere circondata dall’amore dei miei genitori e dei miei fratelli e tutto questo mi ha insegnato quanto siano importanti i legami".
La sua storia azzurra in tre momenti?
"Le Olimpiadi di Parigi hanno un posto d’onore. Poi la qualificazione ai Giochi conquistata nel 2019 perché rispetto agli anni passati ero più consapevole e in grado di capire realmente il valore di quello che c’era in gioco. Infine il momento in cui abbiamo cantato l’inno, l’anno scorso, per la prima volta in Nations League. Venivamo da un periodo complicato, ricordo l’emozione e il cuore che batteva forte tanta era la gioia di essere lì, ancora una volta".
Ha mai visto immagini delle azzurre iridate del 2002?
"Ho visto qualcosa ma soprattutto ho avuto la fortuna di ascoltare i racconti di chi quella partita l’ha vissuta da protagonista, come Francesca Piccinini. Quella vittoria è stata l’inizio di una storia che stiamo continuando a scrivere noi".
La Gazzetta dello Sport